Avrei voluto scrivere questo post ben 32 giorni fa ma non ne ho avuto l'occasione che in altre parole significa: quando non sono a lavoro o in giro uso ogni minuto per guardare Grey's Anatomy. Lo so, teoricamente non sarebbe una scusante valida ma se siete familiari con la serie saprete quale livello di assuefazione provoca.Guardando ai lati positivi, avendo passato già oltre un mese nella city posso raccontarvela con più cognizione di causa.
New York è una città incredibile da tutti i punti di vista, non finisce ma di stupire e di conseguenza ha la capacità di trasmettere anche un grande senso di insoddisfazione. Vorremmo vedere tutto, esplorarne ogni angolo ma sarebbe come
Per aprire questa serie di post sulla grande mela in maniera diretta e coincisa, ecco cinque cose che ho imparato sulla city che prima non sapevo.
1. le persone sono fin troppo aperte e cordiali. Mi avevano dipinto i newyorkesi come freddi automi egocentrici, e se è vero che potresti passeggiare con indosso nulla e passare inosservato, è altrettanto vero che se cammini per la strada imbronciato o sei smarrito o hai qualcosa che non va, stai pur sicuro che qualcuno si fermerà ad aiutarti o a chiederti come stai.
Un giorno stavo aspettando la metro E vicino alle scale come faccio di solito, anche se questo significa entrare nella carrozza più affollata, ed avevo un' espressione veramente insofferente. Il controllore del treno mi guarda e visibilmente interessato mi chiede "why that sad espression? it's Friday cheer up" che vuol dire "perchè quel broncio? è venerdì, rilassati!"
Mi ha lasciata spiazzata, non mi sembrava possibile che qualcuno nel caos della metropolitana di New York all'ora di punta avesse notato la mia espressione. Ancora più assurdo il fatto che non sia stato l'unico nell'arco della giornata a commentare.
2. Parlando di mezzi pubblici, la seconda cosa che ho imparato su New York è che se non timbri il biglietto sull'autobus il conducente non parte. Non intendo la cosa metaforicamente, colui che è alla guida non fa schiodare il mezzo dalla fermata se tutti i passeggeri non hanno regolarmente vidimato il biglietto. E' una cosa che ha del assurdo, rallentare il traffico a questo modo, eppure le leggi vanno rispettate e il biglietto va acquistato, non importa quanto costoso esso sia. Ora, non credo ci sia bisogno che io faccia il paragone con alcuna città italiana.
3. Non è una città per gli smartphone; ogni minuto passato al cellulare mentre si cammina è un momento in cui potreste perdervi qualcosa: la performance di un gruppo di strada che domani sarà la nuova big hit o il murales di uno street artist pazzesco. New York è una fucina d'arte di dimensioni impressionanti, tanto da stordire alle volte. E' stancante anche solo camminare solo per la quantità di stimoli a cui si è sottoposti; però ne vale la pena.
4. Esiste un luogo che non è un supermercato, non è un caffè e non è un ristorante, no, è un mix di tutti e tre, un magico ibrido dove puoi fare la spesa, mangiare uno strano panino e bere un caffè tutto allo stesso tempo. Si chiamano Deli da "delicatesse" ma a me fanno venire in mente più Nuova Deli per la quantità di cose diverse che ci si possono trovare e anche perchè, generalmente, i proprietari sono indiani. Qui a New York vanno tantissimo sopratutto poichè generalmente sono ad ogni angolo; hanno tutti i loro clienti affezionati che non perdono neanche più tempo ad ordinare, entrano e prelevano, tutto durante la pausa pranzo da lavoro,
5. Central Park è uno dei luoghi più democratici che esista, non solo perchè chiunque può entrare e goderne allo stesso modo ma perchè si estende lungo diversi quartieri, dal fancy Upper East Side, fino ad Harlem ed un po di Bronx, per poi ridiscendere fino a Midtown. C'è uno spazio apposito per qualsiasi cosa, dalle piste per correre a quelle per il power walking, alle zone riservate agli amanti degli animali, alle quiet zone per lo studio, lo yoga e perchè no anche qualche pisolino. E' la metafora perfetta per la città, sconfinato, accogliente e multitasking.